In Naturopatia si parla di tossiemia intendendo l’accumulo di sostanze nocive all’interno dell’organismo, che causa una intossicazione progressiva, fino alla manifestazione di squilibri più o meno importanti. Si parlò per la prima volta di sovraccarico tossinico e tossiemia sul finire del secolo scorso, grazie al dottor J. H. Tilden che scrisse un piccolo libro dal titolo “Tossiemia – Causa primaria di malattia”.
Questo lavoro di divulgazione di una nuova teoria sulle cause di patologia, venne ulteriormente approfondita da H. M. Shelton, pochi anni dopo, nella sua opera dedicata alla diffusione dei principi dell’Igienismo, in cui per la prima volta si sottolinea come attraverso la respirazione, la pelle e la digestione, l’organismo debba elaborare tutta una serie di sostanze tossiche introdotte dall’esterno.
Maggiore è il quantitativo di potenziali tossici introdotti, maggiore è lo sforzo che gli organi emuntoriali devono fare per la loro eliminazione.
Se, a causa di diversi fattori fisici (dovuti all'ambiente, allo stile di vita, all'alimentazione) o emozionali si arriva a una perdita della capacità di smaltimento dell'organismo, e di conseguenza all'accumulo di tossine, si rischia uno sconvolgimento delle funzioni organiche, fino a manifestazioni di danno cellulare con sintomi di malattia.
Quali sono allora, nello specifico, le fonti tossiniche?
Se parliamo di produzione endogena, dobbiamo considerare tutti i materiali di scarto prodotti durante le reazioni cellulari: pensate a quante cellule sono presenti in un organismo e capirete quante scorie da eliminare sono prodotte continuamente, soltanto per garantire la vita delle stesse. Allo stesso modo, quando queste giungono a fine vita, dovranno essere distrutte ed eliminate, in modo da poter essere sostituite da quelle nuove. In entrambi i casi si producono materiali di scarto e radicali liberi.
Se invece parliamo di introduzione dell’esterno, dobbiamo considerare tutto ciò che l’animale mangia, beve e respira, ma anche tutti gli inquinanti ambientali a cui è sottoposto (atmosferici, elettromagnetici, additivi, conservanti, insetticidi, per nominarne alcuni) e le conseguenze degli eventi stressogeni cui è sottoposto (in questo caso possiamo parlare di tossine emozionali, che sono però reali quanto le altre).
Quanto più l’animale assorbe e produce sovraccarichi tossinici, tanto più i suoi sistemi endocrino, digerente, nervoso e immunitario devono provvedere a eliminarle. Tutto ciò comporta una eccessiva produzione di radicali liberi, con conseguente danno ossidativo cellulare, uno stato di infiammazione cronica e la predisposizione sia all’invecchiamento precoce che a patologie di tipo cronico-degenerativo.
Ecco perché è così importante da un lato prestare molta attenzione all’ambiente in cui vive, alla sua alimentazione, alla qualità della vita nel senso del rispetto delle sue esigenze etologiche, e dall’altro al sostegno di tutti gli organi coinvolti nella gestione e nello smaltimento di queste sostanze dannose: il fegato, in primis, ma anche l’intestino, i reni, i polmoni e la cute.